Eva-01
16/6/2004
13.41.18
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la mia ''amica'' Laura, studentessa universitaria come me, disse alla fine di un mio lungo sfogo - ''stai tranquilla, te lo procuro io il ragazzo che fa per te!''. Mi sono dunque ritrovata, ieri sera, a cena in un ristorante di lusso, seduta ad un tavolo ''riservato'', in attesa di un misterioso ''Lui'' (eppure mi ero ripromessa di non accettare mai appuntamenti al buio… ma di Laura, sbagliando, mi fidavo e quindi…).
Si sedette al tavolo un uomo, non giovane, maturo, ma con un fascino ed un ''savoir faire'' veramente unici. Mi sentii immediatamente ed incredibilmente attratta da lui. ''Lei è Anna?'' - disse con un accento che non lasciava dubbi: era francese. ''Il mio nome è Gerome, è lei l'amica di Laura?''.
Dissi di sì accompagnando la risposta con un cenno del capo. Titubante. Iniziammo la conversazione, dapprima con un certo imbarazzo, poi, pian piano, sempre più sciolti e disinibiti… lo scorrere del tempo e l'altalena dei bicchieri ci portò, infine, a parlare con la tipica scioltezza di chi si conosce da tempo. Tutto scorreva in maniera pulita e fluida. Posi lui molte domande, ma Gerome rispondeva in maniera evasiva. Era un uomo d'affari e girava il mondo. Ebbe modo di descrivermi i suoi favolosi viaggi, mi fece gustare vini di cui non avevo mai sentito i nomi, mi consigliò di assaggiare prelibatezze di cui neanche sapevo l'esistenza e i suoi modi da gentiluomo, i movimenti delle sue stupende mani, ogni suo atteggiamento contribuiva a far crescere in me il desiderio di possederlo. Sin da piccola sognavo di innamorarmi di un francese.
Dalla fine della cena al suo albergo il passo fu breve. Mi ritrovai avvinghiata a lui già nell'ascensore, aveva una maniera di baciare da definirsi esagerata, forse il vino che bevvi ebbe l'effetto di una gomma, cancellando qualunque mia inibizione, fatto sta che, quando entrammo nella sua camera, persi ogni controllo. Ci spogliammo in pochi istanti e già la mia bocca custodiva il suo sesso, lo portai al limite e poi mi fermai a guardarlo negli occhi. Mi alzai voltandomi e mi feci prendere…
Sentivo l'atmosfera, l'eccitazione, l'aria, tutto montava ad ogni movimento, i suoi lamenti di piacere erano un crescendo e quando raggiunse nuovamente il limite, mi fermai sgusciandogli via dalle braccia, lo feci sedere sul letto e con gli occhi piantati nei suoi, aspettai qualche istante che il cuore gli rallentasse, poi… eccomi sopra lui, non capivo nulla, sentivo le stelle… non mi ero mai comportata in quel modo, non avevo mai guidato le danze, in questo modo mai! Ormai eravamo un solo corpo che si muoveva esattamente come entrambi volevamo, eravamo sincronizzati, fatti l'un per l'altro. Quando capii che stava per arrivare la fine, non riuscii a trattenermi ed il solo pensiero che lui stesse al limite, come me, mi fece esplodere … subito dopo mi alzai e con la bocca lo baciai, fino a spegnere anche l'ultimo suo sussulto.
Ci addormentammo abbracciati nel letto, mentre pensavo che finalmente avevo incontrato un uomo che faceva per me. Il risveglio fu traumatico. Aprii gli occhi e non trovai nessuno accanto a me… al posto di Gerome c'era qualcos'altro. Un milione in banconote da £100.000, proprio non capivo. Ero offesa. Furiosa, scesi nella hall dell'albergo e chiesi notizie, ma il mio bel Gerome era ripartito, aveva pagato la stanza, mi aveva riservato un tavolo per la colazione e mi aveva lasciato una rosa rossa ed un bigliettino che lessi sorseggiando il caffè. C'era scritto solo:
''Grazie di cuore. Spero di ritrovarti ancora''.
Un minuto dopo squillò il mio cellulare era Laura. Le dissi: ''ora non posso parlare, devo capire, devo stare un po' da sola, ma ci dobbiamo vedere, ho tante cose da dirti…'', lei ridacchiando rispose: ''lo so, lo so, anch'io! Comunque volevo solo ricordati che domani dobbiamo andare dalla ginecologa'' - ''Ah, sì certo! L'avevo dimenticato, Lauramia capiscimi, non hai idea di cosa m'è successo. È normale che abbia la testa fra le nuvole''!
Così tornai a casa ed iniziai a scrivere:
…erano almeno quattro anni che non ti scrivevo più. Mi è successa una cosa che ha dell'incredibile e non posso fare a meno di prendere la penna e rifugiarmi nel mio caro e vecchio diario. È un periodo che con i ragazzi proprio non va bene, sono stanca di tutti quelli che tentano di farsi belli ai miei occhi usando i soliti espedienti da bambini per conquistarmi. Chi fa il buono, chi il figo, chi il bello, chi il bravo… tu come faresti? A detta de…
Caro diario, i soldi li avevo presi, certo, ma volevo farmi dare da Laura l'indirizzo o un recapito di Gerome per farglieli riavere. Non sono mica una puttana io. La sensazione che provavo però, era di una certa soddisfazione. Ero riuscita forse a far impazzire quell'uomo tanto da non saper proprio come ripagarmi? Iniziò a frullarmi in testa il desiderio di avere una storia con il francese… girare il mondo in sua compagnia, imparare le lingue…
La sera chiamai Laura e le dissi che l'indomani sarei passata da lei per andare insieme alla visita ginecologica e soprattutto per aver modo di parlare un po'. Arrivammo allo studio medico con abbondante anticipo. Spesi il tempo che avevamo guadagnato per raccontarle nei minimi particolari come s'era svolta la mia serata. Quando ebbi finito, le chiesi di darmi spiegazioni... chi era? Dove l'aveva conosciuto? Come potevo fare per rivederlo ancora? Laura, senza farmi capire più di tanto, disse che non dovevo legarmi a lui. Non aveva il suo indirizzo, né alcun recapito. Non avrei potuto rivederlo a patto che lui non l'avesse voluto. Gerome era un amico di una specie di ''zia'' (così la chiamava Laura), che aveva un giro di conoscenze molto vasto in cui Laura era entrata da un po' di tempo.''Sai - mi disse - da quando l'ho conosciuta sto uscendo con un sacco di bei ragazzi e soprattutto bravi ragazzi, uno più ricco di un altro! Uno di questi é Gerome, ma ricordo solo il nome e so che si ferma qui in Italia soltanto tre giorni''.
''Laura sai bene che dei soldi non me ne frega nulla, invece dimmi, parlando con questa zia, non riesci a sapere qualcosa di più?''.
''Mi spiace Anna, ma lei non apre bocca sui suoi amici. Una delle frasi che la zia ripete sempre quando facciamo una domanda di troppo è: ''Ciò che avevano voglia di dirvi, ve lo hanno già detto loro''. Insomma Anna, è proprio una tomba!''.
Immaginai la faccia di un'anziana signora piuttosto viscida quando sentii le parole della mia compagna. Le chiesi di insistere con questa ''zia'', doveva fare di tutto per strapparle qualche notizia. Non potevo lasciare tutto così, dovevo rivedere Gerome. Non volevo tenere quei soldi... anche se mi avrebbero fatto comodo. Sono una studentessa di psicologia e ciò che ho mi basta a stento per il fitto. Le tasse, poi, non ne parliamo proprio!
Fu visitata prima Laura. Poi venne il mio turno. Uscendo mi rivolsi alla mia amica: ''Hey Laura, ma la dottoressa ha infilato anche a te quello strano apparecchio?'' ''Ahh, sì certo! Mi ha detto che è un nuovo macchinario per vedere non so quale problema''… Ci salutammo con la promessa di risentirci.
Passai due o tre giorni come in ''stand by''. Poi, la sera, mi arrivò una chiamata: era Laura.
''La zia m'ha detto che se stasera mi accompagni a far vedere la città a due suoi amici, lei troverà il modo di farti incontrare Gerome... ti va?'' ''ok - risposi - che c'è di male?''.
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